Monthly Archives: July 2013

Episodio Speciale: MILLE

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Il 2 luglio scrivevo così: “La notte nomade mangione, il giorno in un laboratorio di ricerca. Stamattina ero al microscopio a fluorescenza, e costui mi si è rivelato. Ha detto di essere il mio vero padre, che il mio vero nome è Kal-Puok e che sono stato mandato sulla Terra per diffondere il verbo lipidico del mio pianeta! I miei genitori terrestri hanno confermato, e già ho comprato la tutina! Presto, quando sarò pronto, mi mostrerò al mondo nelle mie nuove vesti! Continuate a dare forza, coraggio e fame a Kal-Puok su Le avventure culinarie di Puok e Med

Ed eccomi cari umani!!!

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Avete presente l’energia sferica in Dragonball dove tutti si fermano, alzano le mani al cielo e danno energia a Goku che fa il pallottolone? I vostri 1000 mi piace hanno sortito lo stesso effetto, mi hanno dato coraggio e ora sono pronto per mostrami al mondo con la mia tutina giallo lipidi! Simbolo ineluttabile della lotta al male dell’inappetenza, ai soprusi di chi lascia il mangiare nei piatti, alla tirannia delle tipe “no sto a dieta, usciamo dopo cena”.

AHAHAHAHHAAHHAHAHAHHAHAHHHAHAHAHAHAH! Bello vero? Ho conservato questo gioiellino per un po’ aspettando questo momento, e sono felicissimo di aver raggiunto questo piccolo obiettivo. Ma oltre a ringraziare tutti voi, la mia fantastica fotografa Maria e la mia bella Terri che ci ha sempre aiutato ad organizzare tutto, voglio dedicare questo piccolo traguardo ad una delle persone più importanti della mia vita, e che ha influenzato più di tutti il mio amore per il cibo!

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Nonna Assunta! Che ci ha lasciato da un annetto e mezzo e con la quale sento ancora un legame così forte che non riesco a toglierla dalla mia foto profilo di FB, posto in cui passo tanto tempo e quindi un piccolo modo per non far sbiadire il suo volto e il suo bellissimo sorriso nella mia memoria. Per me Nonna Assunta rappresenta quasi tutto il mio universo culinario infantile. Ricordo con affetto le domeniche. Se andavamo a trovarla a pranzo o la sera, lei sapeva già il mio piatto preferito. A pranzo, “o’ rutelluccio e’ pollo che’ patane”, mai più mangiato così buono, pieno d’olio e pepe, con quei cosciotti che assumevano il colore più appetitoso del mondo. La sera invece una marea di patate fritte tagliate in casa, ad accompagnare delle deliziose fette di carne fritte in padella. La ricordo a sbucciare buste intere di patate, friggere una fettina di carne dietro l’altra, e vederla pulire il piatto con una grandissima scarpetta. Aveva il mio stesso spirito, adorava il cibo e mangiava davvero con gusto! Passione che mi ha trasmesso dalla più tenera infanzia, soprattutto con episodi ormai diventati leggende nella nostra famiglia.

Il primo, quando avevo circa 8 anni. Doveva nascere mio cugino Tommaso, mia mamma era in ospedale con zia, ed io andai a dormire per tre giorni a casa di nonna, il chè per me equivaleva ad una vacanza da sogno, piena d’affetto e di cibo. Quando ormai già si conosceva la mia passione sfrenata per le patate, dissi “Nonna, tre giorni, voglio mangià solo patate, falle come vuoi tu”. Detto fatto, in quei tre giorni mangiai: patatine fritte in padella, patatine fritte in friggitrice, pollo e patate al forno, crocchè, “o cattò”, gnocchi, mancava solo la pasta e patate, che fino a qualche anno fa non mi era mai piaciuta, per scoprire che bastava un po’ di provola e il forno per renderla uno dei miei piatti preferiti. AHAHAHHAHAHA, comunque, deve esser stata quella la settimana in cui ho iniziato ad assumere la forma di una patana!

Ma è il secondo episodio quello che mi sta più a cuore, quello leggendario, che vien fuori ad ogni tavolata in famiglia. 1991, sta per nascere mio fratello, il primo che si diverte a diffondere questa storia, ho 3 anni e vado a dormire a casa di nonna. “Mamma per Egidio ho comprato i bastoncini, fagli mangià quelli stasera”. Detto fatto. Chiama mia mamma il giorno dopo, e chiede “Mà, Egidio sé mangiato i bastoncini?” “SI, COME NO” “E quanti se ne è mangiati? Quattro, cinque?” “EHH, TUTTA A’ SCATOLA”. A mia mamma venne un coccolone! Era la scatola di DICIOTTO, e a 3 anni, li avevo mangiati tutti! Ahahahahhahahahaha! Forse è stato proprio quel giorno il punto di non ritorno, lo svezzamento di un Puok e Med, la nascita dello spirito magnereccio! Sono troppo affezionato a questa storia, la racconto con orgoglio, per ricordare la donna migliore del mondo, tant’è che il primo titolo di questo blog, il primo pensato e poi accantonato a favore di quello che tutti sapete, era proprio DICIOTTO BASTONCINI 😀

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Chissà, potrei crearci un personaggio, un altro alter ego dopo Puok e Med. Me lo immagino mezzo balcano, coi baffi, che pronuncia il suo nome così: Dì-ciuotto Bà-stuoncini!

😉

E con questa dedica che sentivo di fare con tutto il mio cuore, ringrazio tutti gli altri che hanno contribuito fino ad ora a rendere speciale LE AVVENTURE CULINARIE DI PUOK E MED: Maria Bellopede, Ciro Mazzella e famiglia, Tatti Donninelli, Mirko Napolitano, Raffaele Ottaiano e famiglia, Alessio Pepe, Regina Malafronte e famiglia, Cesare De Michele, Roberto Susta, Salvatore Susta, Massimo Mazzaccaro, Francesca Battaglia, Luigi Picariello, Francesca Lo Sapio, Peppe Cammisa e famiglia, Franco Cerrone, Antonietta Di Nuzzo (Coppola) e famiglia, Stefano Zambardino, Mario Tortora, Emanuele Chetta, Stefano Chello, Elio Fabio Esilio, mia Mamma e Teresa Maria D’Arco. GRAZIE !

Che questa lista diventi sempre più lunga ❤

Alla prossima! 😀 Continuate a seguire tutto il mondo #puokemed su:

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Egidio Cerrone, Puok&Med, Diciotto Bastoncini

😀

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Paninomacelleria “TORTORA (The City Pub)”

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Si, le panino macellerie stanno diventando una mia passione. Mi attira la garanzia di una carne sempre fresca e di qualità, ma soprattutto l’incontro tra innovazione e tradizione. E come dicevo nell’altro articolo, adoro quell’atmosfera di viaggio nel tempo: immagino un “chianchiere” che 20 anni fa alle 8 di sera aveva già chiuso e stanco ritornava a casa, e guardo ora il figlio che a quell’ora ha da poco iniziato a farcire un panino dietro l’altro per la gioia di tantissimi clienti affezionati.

E questa volta ci catapultiamo al Vomero, a pochi passi da piazza Bernini! Benvenuti nell’episodio di Mario Tortora, che di giorno viaggia nel passato, lavorando col padre al bancone della carne, e la sera viaggia nel futuro, calando letteralmente il tendone del suo The City Pub.

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La scelta di Mario è chiara: quella che di giorno è una macelleria storica con circa 65 anni di vita, la notte si trasforma. E si trasforma in quello che, dato lo stile dei panini, definisce con orgoglio il suo piccolo pub, che è anche tutta una serie di sfizi che ho avuto il piacere di provare.

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Come la maxi porzione di patate, cheddar e deliziose polpettine fritte!

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La porzione di patate, cheddar e cheese steak:

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O il mio sfizio preferito:

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Dei fantastici bocconcini di salsiccia fritti: saporiti, succosissimi e croccanti all’esterno! Così buoni che puoi sinceramente fregartene del loro carattere unto e bisunto, anzi la dai vinta al godereccio che c’è in te – quello che friggerebbe il mondo intero – e ne prenderesti anche un’altra vaschetta. Ma ne basta una, siamo venuti per il panino, ed io per uno in particolare. E’ il momento di tuffarci all’interno.

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Belli vero? Mario è bravo e ogni sera, con una piccola piastra e due simpatici aiutanti – da me ribattezzati Super Mario e Luigi – serve centinaia di panini. Ma solo ogni tanto, arriva un tipo come me, e gli ordina la sua specialità, il panino che Mario ha eletto simbolo della casa: il 3XL !!! Tre hamburger (di maiale, di vitello, o di chianina; io ho scelto quest’ultima), tre fette di bacon (prosciuttato), tre fette di cheddar, tre fette di pomodori, una fetta di provola d’Agerola, insalata e salsa barbecue! L’avrò mangiato tutto? Intanto scopriamolo!

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Ualà, il 3XL di chianina:

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Un bestione saporito e quasi impossibile da ammaestrare! Gli hamburger sono così succosi che scivolano dappertutto e il panino è altissimo!

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Bisogna armarsi di spirito d’assalto, bisogna aggredirlo, distruggerlo, ungersi, sporcarsi, sentire la carne tra le dita, per qualche minuto di puro godereccio! Insomma:

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AHAHAHAHHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAH! Così si fa!!! 😀 Indomabile ma delizioso! Finito!!!

 E unto e bisunto vi saluto! Andateci, dite che vi manda quello che si è messo a “pazzià” tutta la serata con Super Mario e Luigi, e al quale il simpaticissimo Mario – conscio della mia venuta e già lettore del mio blog – ha dedicato un fantastico “marò comm’ si bell’ dal vivo” 😀

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Paninomacelleria “TORTORA (The City Pub)”
Viale Michelangelo 42
Vomero (NA)

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Egidio Cerrone

ps

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“na na, na na, na naa” 😀

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Una partita a Poker

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Tutto è partito da qui. Anzi, tutto è RIEMERSO da qui. Correva l’anno 2013, il 23 del mese di Giugno, e un po’ per ringraziare, un po’ per tributare la mia bravissima fotografa e migliore amica, festeggiavo il suo compleanno anche sulla pagina facebook di questo blog; e in maniera originale, ripescando dal “cascione” delle nostre mangiate la foto di questo panino che qualche anno prima le avevo preparato. Ne aveva già mangiati un paio quella sera, forse un troppo leggeri, tant’è che da lì a poco mi chiese tutta sfiziosa di poter mettere sia hamburger che mezza salsiccia nel terzo panino. “Vabbene Meri, e se ti mettessi anche la pancetta?” “E METTI”. “Due wurstel?” “VAI”. “Doppio formaggio?” “OVVIO”. “Patate?” “E SECONDO TE?”. “Ketchup o Maionese” “SALSA ROSA!”. Era appena nata una delle icone della nostra combriccola, il panino POKER DI CARNE: 1 hamburger, 1 salsiccia, 2 wurstel, pancetta, 2 sottilette, patate fritte, salsa rosa! Forse il nuovo villain nell’universo dei salutisti, un “se ne scende una bellezza” nell’universo di Maria, contentissima di vedere il suo “spuntino” riemergere dal passato.

Ma, ahimè, non era il solo a riemergere dal passato. Attratto proprio dal “poker di carne” riemergeva qualcosa di molto più divertente, e di molto più lontano.

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Stefano, altro amico di una vita, piccoletto ma di buon appetito, abbastanza “mangione” da esser sfidato addirittura da Maria. Neanche il tempo di sfidarsi e la mia memoria evocativa era già volata nell’estate del 2004, quando i due sfidanti avevano all’incirca 12-13 anni e insieme vivevamo le nostre giornate di Super Santos e buste di patatine.

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Ma era un momento preciso quello che avevo appena ricordato…

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…quello in cui un pomeriggio, chissà per cosa, si sfidarono a “mazzate”, e credetemi fu davvero divertente! “Maria vuo’ v’rè ca t’ vatt?” “JA STE FA O’ BRAV CHE TI FAI MALE” “Marì io t’ vatt!” “STEEE NON TI VOGLIO FA MALE”. Vott’ a cà, vott’ a là, si iniziarono a picchià! Ricordo benissimo Stefano che tentava di aggrapparsi alla per lui gigantesca avversaria, e quest’ultima che reagiva giusto il necessario, tra un “STE NON TI VOGLIO FA’ MALE” e l’altro. Il finale fu bellissimo, Stefano a terra, Maria tutta scippata, che però piangeva, perché da gigante buona qual è aveva il timore di averlo fatto male! AHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHA!  E chi si scorda più quella giornata! Era la prima volta in cui si erano sfidati, e non sapevano che dopo 9 anni si sarebbero seduti ad un tavolo per una nuova sfida, per una partita a “poker”.

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Non 1 signori, ma ben 3 PANINI “Poker di Carne”! 30 minuti di tempo, 1 solo bicchierone d’acqua! Dal lato sinistro del ring il piccolo STEFANO, dal lato destro la mastodontica MARIA! La storia si ripete, cari spettatori, è ancora Davide contro Golia. Ed io, con quelli che ormai sono diventati “i panini di Giggio”, sono pronto a servirli.

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Pronti per l’ultima infornata!

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E pronti per esser divorati!

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Non è ancora partito il timer, e Stefano inizia ad esser un po’ impaurito. Maria invece è glaciale e dà forza al suo avversario! Manca poco, la salsa rosa è stata aggiunta! Siamo tutti pronti:

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VIA!

Il video dice tutto. Le strategie sono chiare. Stefano punta sulla calma olimpica. Maria sulla velocità, masticando quasi come un coniglio! Chi avrà scelto la strategia giusta? E voi, su chi puntate? 😀

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Stefano continua ad andar piano, ma Maria, dopo solo 4 minuti, ha già finito il primo panino e con una scioltezza imbarazzante impugna il secondo!

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Per Stefano si fa dura! Non solo vede la sua avversaria mandar giù un panino con prodezze da “cannarone”, ma inizia anche a soffrire il caldo! Che gli fa perdere secondi preziosi in una quindicina di “Marò fa tropp’ cav’r” (ahahahhahahahahahahahaa)

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Ma il tempo passa, e Stefano anziché accelerare, inizia pure a boccheggiare.

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Maria invece ci dà dentro più che mai e dopo soli 9 minuti porta il suo bottino a 2 panini! Mostruosa! “Mamma mì Marì tieni ancora 21 minuti e già stai al terzo!!” le dico dal reparto forno! “VABBE MO LO ASPETTO UN PO’ JA”, mi risponde tranquilla e orgogliosa! Aahahahahhahaaahah!

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Ma gli dà giusto il tempo di finire il primo panino (altri lunghissimi 5 minuti in cui Maria si è riposata ahahahhahaha) e riprende la sua inesorabile cavalcata!

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E quando Maria ancora deve finire, Stefano è ormai già battuto, dalla sua avversaria e dal Poker di Carne; la sua faccia dice tutto 😀

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Passano due minuti, signori e signore, e la sconfitta è ufficiale:

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Maria butta giù l’ultimo boccone e con un record di 20 minuti e 54 secondi stravince la sfida dei 3 panini Poker di Carne!

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Con tanto di foto celebrativa/umiliativa 😀

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(qualcuno non ha stoppato il timer e nella foto porta 08:17, ma il record, lo confermiamo, è 09:06, assurdo dato che ha anche aspettato l’avversario per ben 5 minuti)

Ahhhhhhhh! Questa è la serata in cui non vi è Davide che tenga per un Golia così in forma! E quindi ve lo richiedo: “Potevo mai scegliere un membro migliore per il mio staff?” 😀

E a proposito, cari fan di LE AVVENTURE CULINARIE DI PUOK E MED, che pensavate? Mica hanno mangiato solo loro! Vi era una tifoseria da sfamare, e in questo nuovo episodio a km 0, sono “I PANINI DI GIGGIO” i co-protagonisti della sfida. E se l’ormai famoso “Poker di Carne” l’avete già conosciuto, è il momento di vedere qualcos’altro!

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Da sinistra in alto: 1) cotoletta e patatine, 2) wurstel e patatine, 3) Jucy Lucy con sottoletta, ovvero due hamburger pressate con cuore di formaggio, da condire poi al piatto con pomodori, insalata e salse, 4) hamburger, scamorza e melanzane a funghetto, 6) hamburger, sottiletta e patatine! E no, non ho dimenticato il numero 5, merita semplicemente un discorso a parte, perché è il mio mitico “Polpettozzo”.

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Una bella fetta di polpettone di mamma, con tanto di cotto, provolone, salame e uovo sodo! Granella imponente! Mamma lo sa come mi piace!

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Una bella fetta scamorza, che dopo aver “puppuliato” sotto al grill del forno, ne esce fuori morbida, filante ma senza quel sapore a volte fastidioso della piastra! Fantastica!

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E ancora, un paio di fette di pancetta che al forno rilasciano tutto il loro sapore mantenendo i succhi (lì grassi) nel panino! E poi il tocco di classe, una julienne di cetrioli condita con olio, limone, sale e Tabasco! E infine quella che sta diventando la “morte mia”…

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…il ketchup della Heinz, l’unico che mi piace, insieme ad altro Tabasco! Che ormai sono diventati il mio condimento preferito, si sposano benissimo: ketchup non invadente e il Tabasco piccante quanto basta! Una gioia per il palato il mio “Polpettozzo”, si scioglie in bocca ed è tutto sapore! Il polpettone morbido, con quel pezzo di salame che ogni tanto da carattere, la scamorza dappertutto, la croccantezza dei cetrioli e della pancetta che insieme al ketchup danno quel tocco di agrodolce, quella punta di Tabasco! Il pane croccante! Spettacolare! “Mmmmmmm!”, citando la cara Maria!

E infine, il mio secondo panino della serata in ordine cronologico e di preferenza, anche se più italiano e più deliziosamente ruspante!

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Scamorza, melanzane a funghetto, hamburger, di nuovo scamorza, di nuovo melanzane a funghetto! Lasciato a “puppuliare” a forno lento in modo che tutti i sapori si impregnassero! Bingo, detto fatto, na’ bontà!

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Bello eh? Che dite, me la apro una paninoteca? Magari qualche amico più stretto si starà già autoinvitando a casa mia. Nel frattempo vi saluto e ringrazio Maria e Stefano per questo bellissimo episodio che dedico a tutti gli amici del parco ❤ vi voglio bene! 😀

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Egidio Cerrone

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Focacceria “LA FOCACCIA DELLA SIGNORA”

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Tutti i giorni. Tutti i giorni, in questi cinque anni universitari, ci son passato davanti senza neanche accorgermene. Fin quando non ho iniziato a scrivere questo blog e sono arrivati i primi consigli. N’amica: “Oh Egi, vedi che c’è sta focacceria che sembra na’ salumeria, da qualche parte vicino al CNR di via Pietro Castellino, mi sembra che devi girà dove devi per forza girà e poi te lo trovi sulla destra. Non mi ricordo manco come si chiama, però ti assicuro che fa na’ focaccia che…” Aahahahahahahhahaha! Chiarissima, tant’è che mi ci è voluta una settimana per capire chi fosse! Fin quando un giorno, tornando a casa stanco e affamato, mi è saltato avanti agli occhi, mi si è rivelato. Tutte le controverse indicazioni della tipa acquisivano un senso. Mi fermai subito e provai. Avevo appena trovato un altro fantastico posto!

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Benvenuti nell’episodio della Signora, che ogni giorno, per la gioia di generazioni di clienti affezionati, sforna le sue deliziose e semplici focacce.

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Ogni giorno, da più di 50 anni, le sue focacce non mancano mai. E pensare che se ora sono una realtà della zona, nel lontano 1962 son nate quasi per caso, quando un giorno dei vicini dovevano liberarsi di una cucina. La Signora e il marito, che avevano da poco avviato la loro piccola bottega, presero la cucina, e quella sera, approfittandone del forno nuovo, la Signora fece così, giusto per la cena e giusto per sfizio, quella che sarebbe diventata “la prima focaccia della Signora”. Ne aveva fatta un po’ troppa per due bocche, perché non provare a venderla in bottega? Detto fatto, andò a ruba. “Signò, non è che avete una di quelle focacce della settimana scorsa?” Erano nati i primi clienti affezionati, ed era nata la focaccia della Signora!

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Era quella classica, al pomodoro. Quella che ancora oggi viene sfornata continuamente. Quella che con 1 euro ti regala un attimo di felicità. Ricordo benissimo il primo morso. Non riponevo tante speranze: di solito le focacce al pomodoro le odio, troppe volte il sugo è acido, troppe volte è secco a mò di patina. Questa invece, superata l’iniziale diffidenza per l’aspetto troppo semplice, aveva un sapore unico. L’impasto morbido, alto e leggero, ma croccante nei punti giusti, con un bel cornicione che si fa valere. Ma la cosa eccezionale è il pomodoro: saporito perché sapido e ‘nsevato al punto giusto, cotto a puntino, morbido e vellutato al morso. La perfezione della semplicità!

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Che oggi è opera delle nuove generazioni della focacceria: mentre la Signora è alla cassa o al bancone “puteca”, il figlio Antonio e i nipoti Mirko e Renato si dividono tra forno e bancone focacce.

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E se quella al pomodoro era la prima, oggi “la famiglia della Signora” ci delizia anche con delle ottime focacce ripiene. Come la mia preferita:

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Zucchine, provola e pancetta!

E ancora:

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Tutte buone! Dalla classica parigina, a quella succosa con provola e melanzane a funghetto; da quella con le scarole a quella cotto e provola (la mia prima focaccia della Signora, delicata, con quel po’ di rosmarino sopra che le dà quel tocco in più! da provare appena sfornata, soprattutto quando la fanno col cotto a cubetti anziché a fette). E poi ancora, quella coi pomodorini, e qualcuna farcita ma non ripiena, come la salsiccia e patate al forno:

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O ancora, oltre a tutto il repertorio “puteca” (compresi gelati), una piccola scelta di rustici e taralli:

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Ahhhhh! In questo piccolo buco a gestione familiare, bastano 3 o 4 euro per andartene felice e a pancia piena. Come me, che in poco tempo non nascondo di essermi davvero affezionato ai Coppola, soprattutto a lei che forse ricorda un po’ a tutti una nonna che magari non c’è più:

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E io felice me la abbraccio, e tornerò a trovarla spesso. Basta 1 euro nella tasca, per una fantastica focaccia e quel quarto d’ora di atmosfera familiare che tanto mi piace! E poi magari chi lo sà, “piglia e mi pigliano a faticà”:

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AHAHAHAHAHAHHAHA! Andateci e dite che vi manda quel pazzo che non solo si è messo a sfornà, ma che si è messo anche dietro al bancone a far credere ai clienti che fosse in grado di servirli: “Oggi servo io, che volete?” “Due focacce al pomodoro, grazie!” “E no proprio quelle non so servirle mi dispiace, lo fa meglio la Signora” 😀

ps comunque la focacceria si trova vicino alla chiesa che si trova all’angolo di via Pietro Castellino, affianco alla pizzeria Port’Alba (non vorrei farvelo cercare per una settimana come ho fatto io :D)

Focacceria “LA FOCACCIA DELLA SIGNORA”
Via Saverio Altamura 19
Vomero (NA)

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