4 GIORNI PRIMA su Il Mattino:
“Qual’è il tuo momento preferito a lavoro?”. Se lo chiedessi ad ogni possibile categoria di “fravecatore”, la risposta sarebbe solo e soltanto una: ‘a marenna. Soprattutto a Napoli, la marenna non è soltanto un pò di pane e companatico, non è soltanto un pranzo veloce. La marenna a Napoli è un fatto serio, un momento sacro, il simbolo di una cucina e della sua reinterpretazione. Spettacolare quando una frittata, un pò di parmigiana, una salsiccia coi friarielli, un pò di trippa o una sugosa fetta di carne alla pizzajola insaporiscono e “sponsano” quel pane cafone quasi sempre del giorno prima. O ancora meglio quando la marenna la si compone al momento, si fa un buco nel cuzzetiello togliendo la mollica e ci si diverte a infilargli dentro un paio di polpette al sugo. Sporcandosi, ungendosi, arricriandosi.
È stato questo il motto per “Le avventure culinarie di Puok e Med”. Insieme alla condotta “Slow Food” di Napoli e “Di Testa e di Gola”, in una Napoli semivuota amma fatto un’isola di gente, tutta fuori al Mad’inFood, tutti insieme per il MARENNA MOB.
Il locale capitanato dallo chef Roberto Verducci assaltato da avventori in cappello. Cappello a fravecatore, ovviamente. Chi se lo è fatto a casa coi tutorial, chi il tutorial lo ha avuto live grazie ai consigli di Slow Food, chi si è presentato con un cappello perfetto per poi svelare la sua identità di vero fravecatore, muratore per l’esattezza. “È la prima cosa che mi hanno insegnato”. Poesia.
E tra una foto e l’altra coi fantastici e numerosi e affettuosissimi fan di questo blog, un tripudio di marenne. Pane cafonissimo di San Sebastiano decisamente abbondante, na bella parmigiana saporita o degli untuosissimi puparuoli pescati al momento dalla caccavella. Ancora meglio con la birrozza Club27 spillata al momento, fresca e con quel finale amaro che nel 2014 non guasta mai (ma c’è anche chi entrando nel personaggio del vero fravecatore si è portato, pure, un paio di Peroni da 66, ‘o fatto è serio).
Avevamo promesso un fatto bello, càzzo se lo è stato. Non resta che organizzare la prossima follia, e intanto coi fedelissimi si è chiuso in spaghettone. Vongole veraci e tarallo sugna, pepe e mandorle sbriciolato. Altro che dessert.
E nel dirvi un grosso e grasso GRAZIE, il resto delle foto:
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